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Il mio “Canto di Natale” e la lezione senza tempo che ho imparato da questo libro

Tempo di lettura: 8 minuti

Uno dei primissimi libri che lessi da bambino è stato «Canto di Natale» di Charles Dickens.

A essere sinceri, custodisco ancora quella copia. È sempre la stessa, compratami dai miei genitori ormai trent’anni fa in uno di quei negozietti di giocattoli che oggi si vedono sempre meno.

Mi sono chiesto spesso quante altre persone avessero letto questo libro, e quante volte i suoi fantasmi avessero preso per mano i lettori di epoche ed età differenti, durante il periodo di Natale.

Ancora oggi, quando arriva l’08 dicembre, metto sotto l’albero la mia preziosa copia, e nelle settimane che seguono, mentre si avvicina il 25, lo rileggo ogni volta, sempre con grande entusiasmo (oltre alla maratona di “Star Wars”, ormai è un rito!).

Quel libro ha arricchito la mia vita, spingendomi a riflettere sulle mie azioni e sul loro impatto nel mondo, più di qualunque altro testo o media sia riuscito a fare. È anche grazie a Dickens se sin da bambino ho imparato a mettere al primo posto le relazioni umane sugli affari, e ad essere più generoso e comprensivo. 

Mio papà era così e in effetti, da lavoratore ed imprenditore amante della musica che era, credo che regalandomi questo libro volesse insegnarmi proprio questo.

“non vi è niente al mondo di così irresistibilmente contagioso come una persona che ride ed il buon umore.”

- Charles Dickens

La storia di Ebenezer Scrooge e il suo viaggio di trasformazione mi ricorda ogni anno l’importanza di valori quali la gentilezza, la generosità e la compassione: insegnamenti che porto con me non solo durante le feste, ma anche nel lavoro di tutti i giorni.

Perché sì: credo davvero che «Canto di Natale» sia una lezione senza tempo, e oggi in questo articolo parlerò proprio di questo: di come «A Christmas Carol» di Charles Dickens fornisca dal 1843 lezioni preziose, parlandoci tanto della vita privata quanto della sfera lavorativa – e di quanto utile possa essere, per dare vita a un marketing più umano.

Trasformazione personale, altruismo, generosità: la storia di Ebenezer Scrooge, vecchio avaro che detesta tanto le persone quanto il Natale, resta tutt’oggi una grande lezione di vita.

Vi spiego perché la penso così!

Trasformazione personale e risonanza emotiva

Il Canto scritto da Dickens può essere considerato una delle migliori rappresentazioni di trasformazione personale della storia.

Il protagonista della vicenda, l’arcigno Ebenezer Scrooge, ci viene presentato come una persona egoista e incapace di riconoscere meriti e premi alle persone che lavorano per lui. La visita del fantasma del suo vecchio socio in affari, però, farà per lui da apripista verso i propri ricordi e non solo, quando guidato da tre spiriti verrà spinto a realizzare il vero valore della compassione e della generosità.

Ciò che prova a mostrarci Dickens, mentre viaggiamo assieme a Scrooge nei suoi natali, è quanto il nostro percorso di vita spesso ci segni, e anche poi quanto sia importante legarci agli altri, per riuscire a cambiare. «A Christmas Carol» è una delle più potenti storie di trasformazione personali mai raccontate proprio: e lo è proprio per questo, perché non è attraverso prove coraggiose o successi che il protagonista si pente (in effetti, è come se non lasciasse mai la sua casa). Piuttosto, è toccando le corde delle persone che si può suonare una melodia giusta, che faccia risuonare le nostre azioni.

Nel marketing accade lo stesso. Comprendere i bisogni emotivi dei clienti è fondamentale per creare una connessione significativa con il pubblico. Non basta lanciare campagne o promuovere ossessivamente prodotti: è necessario creare narrazioni emotive che tocchino il cuore degli altri, e perciò prima, a monte, capire il prossimo, capire il proprio cliente!

Perché non possiamo vendere nulla, a chi non sappiamo ascoltare.

Consapevolezza sociale e relazioni umane

Dickens fu un maestro di empatia e osservazione.

In molti suoi lavori (da «High Hopes» a «David Copperfield»), la Londra vittoriana vissuta dallo scrittore viene descritta in maniera lucida, precisa: senza cadere in stereotipi e senza mascherare le bruttezze di una società che, sì, vantava un grande progresso, ma a quale costo?

Nel «Canto di Natale» allora, ancora una volta Dickens volle riflettere sulle condizioni di vita delle persone sue contemporanee. Chiuso davanti camino, indifferente nei confronti del mondo, Scrooge nella storia sembra quasi non prestare alcuna attenzione a quello che lo circonda. Ed ecco perché nessuno lo ama. Degli altri, d’altronde, a lui non interessa. Sono solo ruote di un ingranaggio, no?

Il rischio nel marketing è di cadere nello stesso errore, e quindi non considerare l’impatto che le nostre azioni hanno sulle comunità. Un buon marketer deve essere in grado di osservare ciò che lo circonda, proprio come Dickens era solito fare: e quindi di cogliere il tempo che stiamo vivendo, le possibilità delle persone e i loro bisogni.

Non possiamo permetterci di seguire l’esempio di Scrooge e isolarci dal mondo, nascosti dietro i nostri computer con la mela o dispositivi elettronici; né dobbiamo provare a sfruttare gli acquirenti a più non posso, mungendoli come “vacche cicciotte”.

Al contrario, come alla fine capirà anche Scrooge aiutando la famiglia Cratchit, è essenziale mettere i clienti al centro di tutto ciò che facciamo: offrendo esperienze che rispecchino valori positivi, e prodotti o servizi sempre di qualità.

Sensibilità e Tradizioni

Ma il vero protagonista dell’opera di Dickens è senza dubbio il Natale: uno dei periodi più complessi dell’anno, dove spesso a regnare, più che la gioia, è la malinconia, l’isolamento o vecchi ricordi di famiglia o persone che ti regalavano una gioia che a volte non sapevi apprezzare, e che ora non ci sono più.

“I will live in the past, the present, and the future.

The spirits of all three shall strive within me.”

– Charles Dickens

"Onorerò il Natale nel mio cuore, e cercherò di conservarmi in questo stato d'animo per tutto l'anno. Vivrò nel passato, nel presente e nel futuro, e i tre spiriti saranno sempre presenti in me."

- Charles Dickens

Il periodo natalizio infatti non è solo luminarie e dolciumi, ma anche le mille emozioni complesse che periodi di felicità collettiva spesso scavano in noi.

Al di là delle più semplici letture, «A Christmas Carol» ci ricorda che Natale non deve essere solo un periodo di regali, ma un momento dell’anno in cui pensare agli altri — e anche poi in cui guardarci dentro, e riscoprire il piacere delle tradizioni, e la bellezza della semplicità.

Imparare questa lezione offre un’opportunità unica ai marketer che si approcciano alle campagne natalizie, perché riescano a istillarvi lo spirito della stagione, mettendo le persone (e non le cose) al primo posto. Nel tentativo, quindi, di creare un marketing più umano: più in linea con il vero “spirito del Natale”.

Insomma, «Canto di Natale» non solo è uno dei miei libri preferiti, ma è anche una splendida occasione (per me e spero da oggi in poi anche per voi) per coltivare valori veri e sinceri, che da quasi 200 anni i fantasmi di Dickens ci aiutano a riscoprire — tanto nel mondo del marketing quanto nella vita.

Ve lo consiglio? La risposta è si!

Tra le tante versioni che potrete trovare, vi consiglio questa:

Edizione BUR Biblioteca Univ. Rizzoli.

Questa edizione, al prezzo di circa 20€, include delle meravigliose illustrazioni che arricchiscono il testo, offrendo una prospettiva visiva al viaggio di Scrooge attraverso il Natale passato, presente e futuro.

Oltre alla mia personale, posseggo anche questa, e vi assicuro che è stupenda! Vi sconsiglio il formato Ebook, è un libro che bisogna avere cartaceo, per quanto ne abbia eliminato lo spreco!

Canto di Natale - Copertina rigida – 24 novembre 2020 di Charles Dickens (Autore), Iacopo Bruno (Illustratore), Beatrice Masini (Traduttore)

Buone Feste a tutti voi e ricordate:

“Diventò il migliore degli amici, il migliore dei padroni, il migliore degli uomini della vecchia città, di ogni altra vecchia città, paese o borgo del buon vecchio mondo. Qualcuno rise di questo mutamento, ma egli lo lasciò ridere e non ci fece caso, poiché era abbastanza saggio da sapere che nulla di buono succede su questa terra, senza che qualcuno, sulle prime, si prenda il gusto di riderne.”

- Charles Dickens

Alessio. 

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Alessio Perrone

Cresciuto a Goleador e Star Wars, mi sono sempre chiesto quale fosse il mio destino tra lato chiaro o scuro della forza. Oggi, tra caffè e musica nelle orecchie viaggio spesso per lavoro in Italia e all’estero. Nativo calabrese, ho trovato la mia dimensione tra il browser e il cliente sfruttando le potenzialità del web 2.0 e delle strategie di Marketing Digitale.

Dal 2014 sono titolare di yoursocialnoise Digital Agency, ma da grande voglio visitare tutte le stelle dell’universo! Nel tempo libero mi piace viaggiare e leggere un buon libro cartaceo. Vado matto per la cioccolata e sono appassionato di fotografia.